Vigilia di Pasqua

Un ragazzotto con la tritacca in mano

Geranne pi viarelle e ammiz’u Chiane,
nu guagliastrame ca tretacche ‘n mane
allúcche: – Mezeiurne!
Allúcche… E ‘llu talurne
rezómpe pi viarelle e ammiz’u Chiane.

Girando per le stradine e in mezzo al Piano / un ragazzotto con la tritacca in mano / strepita: – Mezzogiorno! / Strepita… E quella cantilena / rimbalza per le stradine e in mezzo al Piano. 

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34 commenti su “Vigilia di Pasqua

  1. GentileMa il said:

    Ricordo anch’io che alla vigilia di Pasqua si andava appresso a uno di noi armato di un arnese come quello disegnato, di cui non ricordo il nome. Dopo aver rumoreggiato alquanto con gli anelli metallici che battevano sulla tavola, si urlava tutti in coro per annunciare il mezzogiorno o la messa o quello che era. Le campane infatti erano mute in segno di lutto

    Auguri di Buona Pasqua

    mario Gentile

  2. BibliotecadeBabel il said:

    Caro Paesanino, contribuisco alla

    causa che rumoreggia sullo sfondo del limerick con questo “losco” figuro che in questi giorni si aggira a Taranto. È il troccolante della processione dei Misteri che si svolge a Taranto, e prende il nome proprio dalla troccola che regge con la mano destra. Strumento che mi pare si avvicini molto – per struttura e funzioni – alla vostra tritacca: scandisce un tempo, lo irradia, propagandolo con un ritmo cadenzato e cantilenante.

    Se trovo qualcos’altro te lo porto. Abbi per il momento i miei più cari saluti, estesi anche a quanti passeranno di qui.

  3. alidivetro il said:

    Mi ha incuriosito questa cosa, chiederò all’anziano “parentame” se ricordano qualcosa di simile anche dalle parti mie.

    Ad maiora

    Patty

  4. StellaCeleste il said:

    Da noi non esiste questa usanza.

    A Caltanissetta per la settimana Santa, fanno una processione bellissima e molto conosciuta.

    Un caro saluto

    Stellina

  5. StregaDiCarta il said:

    Qui in emilia, eppiùprecisamente Bologna, la tradizone pasquale non è così forte, si basa principalmente su processioni e sull’uovo, dipinto, tirato (provincia di modena), mangiato, nascosto e giocato 🙂

    Non sono molto competente i materia, ma ripeto, è affascinante, se “scopro” qualcosa di più, sarà un piacere condividerlo qui.

    arvaddress!

    (arrivederci)

  6. GiMascia il said:

    Sono grato al Paesanino per il limerick, ispirato a una usanza ormai tramontato, cui ho dedicato il mio libro: Le tenebre nel Molise. Liturgia, lessico e folclore di un antico rituale di Pasqua. (Campobasso, 2001).

    Non vorrei sbagliarmi, ma anche l’illustrazione pare tratta da lì.

    Molto interessanti i commenti di BibliotecaDeBabel (#2 e #3), che ringrazio di cuore. Le confermo, intanto, che la raffinata troccola tarantina è uguale alla nostra più rustica tritacca, tant’è che anche in altre località molisane è chiamatatroccola.

    Buona Pasqua

    Giovanni

  7. GiMascia il said:

    Sono sicuro che Vincenzo Colledanchise (Anchise1) conserva qualche “tritacca” nel suo Museo della civiltà contadina. Spero che abbia anche qualche foto, da farci vedere.

    Giovanni

  8. vera.stazioncina il said:

    sai che non conoscevo questa usanza di cui parli?

    un sorriso

    veradafne

  9. anonimo il said:

    Complimenti per la tua “Vigilia di Pasqua”, Paesanino.

    E’ veramente bello rivivere, seppure attraverso un limerick, le nostre vecchie tradizioni pasquali, che rischiano di essere dimenticate, soprattutto dalle nuove generazioni.

    Ti auguro una Buona Pasqua.

    Incanto lirico

  10. alessiobrugnoli il said:

    Ciao, da noi c’era una tradizione simile, sempre legata la fatto che le campane venivano legate e quindi non potevano segnare le ore liturgiche.

    L’unica differenza è nello strumento, la raganella…

    Buona Pasqua

    Alessio

  11. lucavirgili il said:

    conoscevo questa usanza ma dalle mie parti non c’era. Quanto meno a mio sapere.

  12. bucciadimela il said:

    Sì, ho riconosciuto l’immagine: è la stessa di pag. 46 del libro di Giovanni Mascia “Le tenebre nel Molise”. Si direbbe che il silenzio delle campane nei giorni di passione inquieti i fedeli, e lo sostituiscano con uno strumento di umile legno non per disprezzare la sacralità ma per un ingenuo bisogno di scacciare il pensiero della morte e del dolore.

    Certo che le antiche tradizioni sono un tesoro senza fondo da conoscere, e credo che quelle più ricche esistano nel centro e nel sud. Da noi, ricordo più che altro la visita ai 7 sepolcri, ossia un giro di visite e preghiere in almeno 7 chiese parate di viola, per ottenere indulgenze.

  13. lavelle il said:

    Caro Paesanino non conoscevo quell’usanza. Qui in Piemonte accanto al cioccolato e alle uova che fanno bella mostra di sé nelle vetrine, ci sono una varietà di tradizioni pasquali antiche e suggestive: fra queste, innumerevoli sacre rappresentazioni e, per rimanere in ambito enogastronomico, l’usanza del Canté j’œuv (lett. “cantare le uova”), cioè gruppi di cantori che vanno di casa in casa a fare serenate ricevendone in cambio uova e altre cibarie da mangiare tutti assieme nella tradizionale frittata di Pasquetta.

    A Romagnano Sesia si rievoca il dramma del Calvario di Cristo. La rappresentazione, a cui prendono attivamente parte gli spettatori, è tra le più rinomate rievocazioni pasquali d’Italia.Se mi viene in mente altro ti faccio sapere.

    Ciao e Buona Pasqua Massimo

  14. BibliotecadeBabel il said:

    Ringrazio Giovanni della conferma, e aggiungo che naturalmente la troccola (in una versione meno raffinata di quella che si vede a Taranto) e uno degli strumenti con cui viene prodotto il gran baccano di cui parlavo qui, oggi, raccontando per sommi capi la cosiddetta Messa Pazza di Vico del Gargano.

  15. Frank57 il said:

    Sollecitato (non rompi, tranquillo) dal padrone di casa riemerge il ricordo di quanto accadeva alla vigilia di Pasqua. Ce ne occupavamo noi ragazzi e non ci pareva vero di poter girare con quegli strumenti rumorosi, il più possibile tra l’altro, per annunciare: “Ai cristiani,ai cristiani, questa è l’ora di mezzogiorno” ripetuta poi come cantilena per le vie del paese, assieme agli strani rumori prodotti da strumenti altrettanto strani. Erano due gli attrezzi adoperati: il primo è quello raffigurato nella foto, ma poco chiassoso, rispetto all’altro che mi pareva si chiamasse raganella (anche di dimensioni pericolose in mano a ragazzi quali eravamo) o qualcosa del genere. Del primo non rammento il nome. Mi sembra accadesse di sabato, a causa delle campane legate.

    Grazie per aver fatto riaffiorare questo ricordo lontanissimo.

    Auguri

  16. ilvecchiodellamontagna il said:

    Niente del genere in Toscana, che io sappia. Un caro saluto e complimenti per il richiamo a queste tradizioni.

  17. duca1degli1abruzzi il said:

    Già che siamo in tema “Buona Pasqua”. Una bel Cavallo (dolce tipico) per i fanciulli, una bella Pupa per le donzelle e un Fiadone per tutti. Duca.

  18. cicabu il said:

    Anche dalle mie parti questa usanza c’è ancora..è una tradizione che rimane nel tempo… ricordo una vecchia amica di mia nonna che diceva che al suonar delle campane che annunciavano la Resurrezione se si avevano problemi agli occhi bisognava bagnarseli con acqua di sorgente e tutto si sarebbe risolto al meglio….sacro e profano..tradizioni religiose e creduloneria popolare mescolati insieme…

    ^^

  19. ilreporter il said:

    spiacente paesanino, l’anno scorso raccontai la Pasqua di Sulmona, ma adesso, anche nel raggio di parecchi chilometri, non mi sembra di avere molto di particolarmente originale-antico da rivelarti:

    siamo diventati “post” moderni (direbbe un vero blogger).

    tanti auguri sinceri a voi tutti.

  20. monicaira il said:

    Ciao Paesanino,

    ti ringrazio dell’invito molto gradito. Purtroppo a proposito delle tradizioni pasquali non ho molto da dire che riguardi la ciociaria, a parte forse una cospicua tradizione culinaria, in primis con l’abbacchio. Per quanto attiene riti tipo quello da te ricordato ho rinvenuto un testo dove antichi racconti narrano che il venerdì santo dalle 13 alle 15 si assisteva alla “messa delle tre ore” durante la quale moriva Gesù. All’annuncio della morte si udiva un forte rumore dovuto al suono delle raganelle, dei martelli, dei tric-trac e dei battenti che ogni ragazzino si era procurato in anticipo, finché sopraggiungeva il gran silenzio, le campane venivano legate. Il lutto ammantava la comunità.

  21. matisse il said:

    Da quel che leggo nei commenti, secondo me, qui a Bergamo non accade niente perché succede tutto da altre parti 🙂

  22. danielalami il said:

    Io sono di Roma e in effetti non ricordo tradizioni particolari per la Pasqua…solo la classica gita fuori porta del lunedì di pasquetta

  23. giasto04 il said:

    Caro Paesanino, l’unica tradizione che ricordo era la fuga, con gli altri bambini del condominio, dal prete che veniva a benedire la casa..

  24. poetando il said:

    Carissimo Paesanino

    anche dalle mie parti c’è un attrezzo del genere che si chiama “trenula” e serve durante la Processione del Venerdì Santo.

    Infatti il primo cerimoniere in base allo sbatacchiare della trenula ordina quando ci si deve fermare e quando invece bisogna ripartire.

    Una particolarità forse sconosciuta agli altri, che dietro la statua di Gesù sotto la Croce si sono decine di crociferi incappucciati che la seguono. Sono penitenti scalzi, che, per espiare i loro peccati, trascinano pesanti croci preparate con le travi usate dai muratori. Più pesanti sono le croci, maggiore è la richiesta di perdono.

    Colgo l’occasione per augurati una Serena Pasqua a te e Famiglia

  25. Paesanino il said:

    Grazie agli amici per le loro interessanti annotazioni. Una preghiera: possibilmente va inclusa la località di riferimento. Diversamente, come nel caso di poetando, ad esempio, diventa non fruibile l’informazione.

  26. lavelle il said:

    Auguro a te e famiglia una Buona Pasqua

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    Dall’uovo di Pasqua

    Gianni Rodari

    Dall’uovo di Pasqua

    è uscito un pulcino

    di gesso arancione

    col becco turchino.

    Ha detto: “Vado,

    mi metto in viaggio

    e porto a tutti

    un grande messaggio”.

    E volteggiando

    di qua e di là

    attraversando

    paesi e città

    ha scritto sui muri,

    nel cielo e per terra:

    “Viva la pace,

    abbasso la guerra ”

  27. Anchise1 il said:

    # 31- Nella foto compaiono due della quattro “tritacche” presenti nel Museo della Civiltà Contadina di Toro.

    Due a doppio battente e due a quattro battenti.

  28. Paesanino il said:

    Grazirepoetando, per la precisazione e per il link

    PS

    (C’è sempre la banda a Francavilla? Quest’anno chi la porta?)

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